- Milano
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Sono Filippo Cozzi, sassofonista e compositore jazz, che più o meno dieci anni fa ha iniziato ad esplorare la Music Learning Theory di Edwin Gordon.
Sì, perchè dopo anni di studi, seminari, concorsi e tanti concerti c’era ancora una domanda che mi ronzava nella testa: “Come posso trasmettere la mia passione per la musica intesa come scoperta, dialogo/relazione e improvvisazione nella maniera più naturale ed efficace possibile? Come posso educare alla musica, lasciando ai miei allievi gli strumenti per crescere insieme ad essa e con una propria idea di cosa la musica significhi per loro?”
Ho così scoperto, grazie ad un incontro fortuito, che esiste un mondo fatto di respiri, sguardi, voce e corpo in movimento, dove la musica diventa relazione e dialogo. Un mondo dove la musica diventa un modo di essere e di stare con gli altri che l’alunno porterà sempre con sé.
Ho poi approfondito questo tipo di approccio frequentando seminari internazionali sulla Music Learning Theory sia sul mondo della prima infanzia che sulla didattica nell’età scolare.
Nel corso del tempo ho avuto modo di verificare sul campo come gli strumenti e il tipo di approccio sviluppati con la MLT portassero enormi benefici nei gruppi di ogni età, dalla prima infanzia agli adulti, favorendo un modo di rapportarsi alla musica che lavori sulla vocalità, sul movimento e su una partecipazione attiva all’ascolto.
In quest’ottica la musica, intesa come linguaggio, diviene, attraverso l’improvvisazione, un modo di descrivere il mondo che tutti possono praticare.
Non ho ancora finito di rispondere in maniera esauriente alla domanda che mi ponevo ormai dieci anni fa, ma essa è divenuta semmai una spinta che mi accompagna in un percorso continuo di profonda crescita sia come didatta che, sui palchi, come musicista.